Philip Jerome Hellmuth Jr. nasce a Madison, nel Wisconsin, il 16 luglio 1964. È il primo dei cinque figli nati da Phil Hellmuth Sr., preside di facoltà all’Università del Wisconsin, e la scultrice Lynn Hellmuth. Cresciuto in seno a una famiglia cattolica, Phil frequenta la scuola elementare Blessed Sacrament, dove diventa il miglior amico del futuro comico Chris Farley, suo compagno di classe. Per ironia della sorte, il giovane Phil vince in quegli anni una gara di comicità indetta da un’emittente televisiva locale, scoprendo una certa propensione e naturalezza per la presenza davanti alle telecamere. Verso l’età di 12 anni inizia a prendere lezioni di recitazione, mentre il percorso scolastico prosegue alla Madison West High School, dove è costretto a fare i conti con un rapporto piuttosto problematico nei confronti di amici, studio e attività sportive. Non si tratta di un periodo particolarmente felice nella vita di Hellmuth, che in seguito dichiarerà di essersi sentito una sorta di “brutto anatroccolo” in quegli anni difficili; la sua autostima è ben al di sotto di quella che caratterizzerà la sua brillante carriera ai tavoli da gioco. È proprio il poker a rappresentare l’inizio di un nuovo, importante capitolo nella vita di Phil, che viene avviato al mondo delle carte grazie alla mediazione della sua famiglia. Una volta iscrittosi all’università del Wisconsin e alla relativa associazione degli studenti, Hellmuth comincia a prendere confidenza col Texas Hold’em, nel quale sfida più volte l’agguerrita nonna Agnes Slattery, a cui poi dedicherà il best seller Play Poker Like the Pro’s.
Dopo tre anni di università inframezzati dai primi successi agli incontri di poker locali, Phil lascia gli studi per dedicarsi totalmente alla sua nuova, consolidata passione. Ad appena 21 anni comincia la sua carriera da giocatore professionista, ma come spesso accade, anche alle stelle più radiose, gli inizi portano con sé grandi difficoltà da sormontare. Nel giro di pochi mesi si azzera infatti il suo bankroll iniziale di 24.000$ (il che ci riporta per certi versi ai primi anni di carriera di Daniel Negreanu) e i numerosi viaggi a Las Vegas lo condannano regolarmente a tornare a casa a mani vuote. Per racimolare del denaro e rimettersi in carreggiata è costretto a tornare regolarmente a Madison, dove trova un impiego temporaneo nei campi di grano. Il 1988 segna i primi importanti risultati per Hellmuth, che nel solo mese di agosto conquista un bottino di quasi 200.000$ grazie al primo e al secondo posto raggiunti rispettivamente al $10.000 No Limit Hold’em e al $1.000 No Limit Hold’em del 4th Annual Diamond Jim Brady. Qualche mese prima era arrivato il primo di una lunga serie di piazzamenti “in the money” alle World Series of Poker, con il 33º posto al $1.500 Seven Card Stud Split, che lo vede soccombere al cospetto di Johnny Chan, futuro vincitore dell’evento. È solo il preludio alla straordinaria cavalcata dell’anno successivo: il 19 maggio 1989, prendendosi la rivincita su Chan (peraltro campione delle due edizioni precedenti), il 24enne Hellmuth diventa il più giovane della storia ad aggiudicarsi il Main Event delle World Series of Poker. Il record resisterà fino al 2008, con Peter Eastgate che diventerà ufficiosamente campione del mondo a 22 anni. È il primo braccialetto WSOP per Phil, che probabilmente non osa ancora immaginare quale futuro radioso lo attenda. Nel 1992 conquista il suo secondo braccialetto, frutto del successo al $5.000 Limit Hold’em, mentre nel 1993 diventa il secondo giocatore della storia a vincere tre braccialetti in una sola edizione delle World Series of Poker, emulando la performance di Walter “Puggy” Pearson di venti anni prima. Il 1997 è l’anno del sesto braccialetto, che al contempo incorona Hellmuth come giocatore più titolato delle WSOP degli anni ’90.
Il cambio del millennio non frena l’inarrestabile avanzata del Poker Brat (‘il monello del poker’), che nel corso del tempo si costruisce un’immagine non particolarmente positiva ai tavoli da gioco, a causa di vari atteggiamenti spesso lontani dagli ideali di sportività e galanteria, soprattutto in occasione dei bad beat. Hellmuth, personaggio estremamente competitivo, ammette di aver provato a migliorare il proprio comportamento negli anni, conscio del suo importante ruolo come ambasciatore del poker: in un’intervista ha dichiarato di essersi spesso andato a scusare con gli avversari per le proprie reazioni inopportune, sebbene le telecamere non siano sempre pronte a riprendere i suoi momenti di redenzione.
Al di là della reputazione presso il grande pubblico, Phil si aggiudica il settimo braccialetto nel 2001, mentre due anni dopo mette a segno una doppietta, in virtù delle vittorie al $2.500 Limit Hold’em e al $3.000 No Limit Hold’em delle World Series of Poker. Nel 2006 raggiunge la doppia cifra grazie al decimo braccialetto vinto al $1.000 No Limit Hold’em con rebuy: questo risultato consente a Hellmuth di eguagliare il record di braccialetti nella storia delle World Series of Poker, emulando i successi di Doyle Brunson e del sempre presente Johnny Chan. La coabitazione fra i tre primatisti ha i giorni contati: nel 2007 Hellmuth si erge in solitaria sul gradino più alto del podio, a seguito della vittoria al $1.500 No Limit Hold’em. In quegli stessi giorni partecipa anche al Main Event, ma un piccolo incidente con un’auto da corsa fornitagli da uno sponsor lo induce a ripiegare su una limousine, arrivando all’appuntamento con un paio d’ore di ritardo. Al termine della manifestazione, Phil viene accolto nell’immortale Hall of Fame del poker, unendosi a un ristretto “club” che all’epoca conta appena 33 giocatori.
Nel 2011 si aggiudica un succulento bottino da oltre un milione di dollari per effetto del secondo posto conquistato al $50.000 Poker Player’s Championship delle World Series of Poker.
Dopo cinque anni a digiuno di braccialetti, Hellmuth torna al successo nel 2012, grazie alla vittoria nel $2.500 Seven Card Razz: si tratta del suo primo sigillo WSOP in una varietà di gioco diversa dal Texas Hold’em. Qualche settimana dopo arriva un risultato ancora più importante dal punto di vista economico: il quarto posto al torneo “Big One for One Drop” con un buy-in da un milione di dollari, che gli frutta il premio più ricco della carriera, per la bellezza di 2.645.333$. Il 4 ottobre dello stesso anno, in occasione delle World Series of Poker Europe (WSOPE), il campione di Madison porta a casa il tredicesimo braccialetto della carriera (oltre a un cospicuo premio di oltre un milione di euro) grazie alla vittoria nel €10.450 No Limit Hold’em Main Event: Phil diventa così il primo giocatore di sempre ad affermarsi negli eventi principali delle WSOP e delle WSOPE, oltre ad essere il primo a vincere almeno due braccialetti in tre decadi diverse. La vittoria ottenuta in Europa (più precisamente a Cannes) sarà uno dei ricordi più belli nella carriera di Hellmuth, come da lui stesso dichiarato a posteriori.
Le World Series of Poker del 2015 lo vedono trionfare nel $10.000 Seven Card Razz, mentre tre anni dopo Phil conquista il quindicesimo braccialetto con la vittoria nel $5.000 No Limit Hold’em, che gli frutta un premio di quasi mezzo milione di dollari. Il 17 ottobre 2021 Hellmuth ritocca ulteriormente il proprio record, aggiudicandosi il sedicesimo e (fin qui) ultimo braccialetto della propria straordinaria carriera. Questo risultato gli consente di stabilire l’ennesimo primato, divenendo il primo giocatore di sempre ad affermarsi in un evento delle WSOP in cinque decadi diverse (dagli anni ’80 agli anni 2020), a testimonianza della sua incredibile longevità. La scorsa stagione è caratterizzata anche dalle sfide testa a testa con Negreanu nell’ambito degli High Stakes Duel. A vincere i tre confronti diretti è proprio Hellmuth, che a giugno decide di incassare un bottino da 400.000$ anziché sfidare il canadese in un quarto incontro.
Nonostante la lunga concatenazione di successi alle World Series of Poker, Hellmuth non è mai riuscito ad imporsi nel World Poker Tour, dove tuttavia è andato 19 volte a premio (per un totale di circa 1,5 milioni di dollari), raggiungendo cinque tavoli finali.
Nel corso della propria carriera si è aggiudicato un totale di 27.175.392$, il che lo pone al 18º posto della classifica generale di tutti i tempi.
Al di là dei risultati ottenuti ai tavoli da gioco, Hellmuth si è più volte contraddistinto per le stravaganti entrate in scena alle World Series of Poker. Impossibile non ricordare i suoi abbigliamenti da militare, da lottatore di MMA o da condottiero romano, facendosi spesso accompagnare da un numero di modelle pari alla quantità di braccialetti vinti negli anni precedenti. Questi atteggiamenti gli hanno attirato varie critiche da parte dei colleghi, come dimostra una discussione con Doyle Bruson nell’edizione del 2010.
Phil vive attualmente in California con la moglie Kathy (con cui è convolato a nozze nel 1990) e i loro due figli, Phillip III e Nicholas. Hellmuth tiene in alta considerazione le persone a lui più care: la sua aspirazione è infatti quella di essere il più grande giocatore di tutti i tempi, ponendo al contempo la famiglia al primo posto nella propria vita.
Spingendosi al di fuori del successo con le carte, il “monello del poker” cura i propri interessi anche nel campo dell’imprenditoria. Gestisce l’azienda di abbigliamento “Poker Brat”, oltre ad essere attivo nel settore immobiliare e dei giochi da casinò.
Al pari di altri colleghi, Hellmuth non manca di offrire il proprio contributo in beneficenza: si segnalano i suoi regolari sforzi nell’organizzare e presiedere tornei di poker per scopi caritatevoli. Inoltre, assieme alla moglie, concorre economicamente alla realizzazione degli obiettivi posti da Heifer International, un’associazione senza scopi di lucro dedita a sradicare la povertà dalle zone più colpite del mondo.